Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e penso che sia doveroso, per il nostro Ordine evidenziare tale evento. Non voglio spendere e non spenderò troppe parole intorno ad un argomento che, negli ultimi tempi, è forse stato usato ed abusato anche a sproposito, senza tenere in nessun conto la drammaticità di tante realtà che, nel mondo civilizzato e non, continuano ancora oggi ad essere decisamente preoccupante.

Sono vicina, con il cuore ed il pensiero, alle tante Sorelle che so occuparsi concretamente ed in silenzio di questa problematica, a loro va il plauso dell’Ordine per il lavoro svolto nel silenzio e con la modestia che deve contraddistinguerci e, ove necessario, anche la concreta solidarietà.

Possiamo solo concorrere a risvegliare le coscienze, con lo sguardo rivolto al futuro, facendo in modo che le generazioni che oggi ci guardano e forse ci imitano sappiano trarre delle conclusioni diverse da quelle che hanno tenuto, in tante parti del mondo, la donna in una posizione subalterna e sottomessa e, in tutto il mondo, le donne vittime spesso consenzienti di abusi e di violenze. Il maschile ed il femminile devono perfezionarsi insieme, lasciando quelle scorie culturali che ci hanno portato nel passato a considerare il delitto d’onore, lo sfregio e la semplice messa all’indice come elementi inevitabili della cultura popolare di base. Non è semplice trovare il punto di equilibrio, l’etica che ci consenta di crescere e di operare senza che il genere, pur rimanendo necessariamente distinto, costituisca un elemento di privilegio o di svantaggio. Una strada che qualcuno vorrebbe tanto lungimirante da consentire a chiunque di essere chi si sente senza alcuna discriminazione ma che deve fare i conti con la concretezza cruda di una realtà dove la donna è ancora oggetto di violenza sociale fin dalla nascita, di violenza fisica in nome di un malinteso sentimento d’amore che si trasforma in possesso, di violenza morale di fronte alle responsabilità dei figli e della capacità di trasmettere la vita e le tradizioni fondanti della Società.

Ed è all’uomo che mi rivolgo, al nostro compagno che a volte si trasforma nel nostro peggior nemico, affinché sappia cogliere in noi quegli elementi che ci uniscono, sappia distinguere senza disprezzare le nostre differenze e non abbia paura della nostra malcelata forza che spesso fa risorgere nell’animo maschile l’istinto di difesa e di aggressione.

Un pensiero a tutti coloro che soffrono per gli abusi e le lesioni fisiche e per la discriminazione morale in nome di una differenza che divide ma che è in realtà la radice dell’esistenza.

Che il cammino non vi sia grave.

Rosy Guastafierro

Worthy Gran Matron

Gran Capitolo d’Italia

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