Guardando il tempo trascorso, ormai alle nostre spalle, sembra che tutto sia accaduto solo ieri: tanti sono stati gli eventi, tanti i lavori, una successione quasi ininterrotta di avvenimenti, di incontri, di momenti di crescita. Il cuore ripercorre anche gli attimi rattristati dall’inevitabile perdita di alcuni degli anelli della catena d’oro che ci unisce, Beppe, Mariapaola, Annamaria, Ermanno… e tanti altri il cui nome rimarrà per sempre impresso nell’anima grazie al contributo, grande o piccolo, che hanno tributato alla nascita ed alla crescita di questo nostro Gran Capitolo. Adesso è il momento della gioia, oggi deve essere il giorno dell’Armonia, dell’Amore e della Speranza. L’Armonia deve regnare fra di noi, perché, al di là delle inevitabili differenze nel modo di sentire e nel pensiero, ci unisce un unico e grande obiettivo, con il quale ci siamo consapevolmente legati l’un l’altro cinque anni fa: la diversità di pensiero è ricchezza se ognuno sa cogliere quanto di positivo esiste negli altri dando nel contempo tutto quello che sa di poter donare. L’Amore, insegnamento primario del nostro Ordine ci deve guidare come ci ha guidato sempre lungo il nostro cammino, sia esso illuminato dalla luce di una Fede che tracciato dalla ricerca esoterica e magica dell’Uno: il risultato, l’effetto di questo insegnamento, ci ha portato in questi cinque anni ad accettare ed amalgamare nell’alchemico crogiuolo del nostro Gran Capitolo forze e sentimenti diversi ma intimamente intrecciati e complementari, del tutto in contrasto con la banalità che spesso affligge la vita di tutti i giorni. La Speranza, ultima dea del Foscolo, non è mai spenta nelle nostre camere capitolari e nei nostri cuori: abbiamo visto nubi minacciose addensarsi sul destino di questo nostro Ordine e dissolversi nel vento grazie all’opera congiunta di tutti noi; abbiamo sofferto, abbiamo affrontato sacrifici, sopportato delusioni e mai abbiamo lasciato spegnere la luce della Speranza, che ci ha guidato quando le tenebre erano più fitte ed il regno dell’uomo con le sue piccinerie sembrava aver preso il sopravvento sui nostri ideali, sui nostri sogni.
Cinque anni non sono un giorno, la nascita e l’adolescenza del nostro Ordine sono probabilmente alle spalle e vivono nel ricordo di tutti noi, che fondando la nostra forza e la nostra conoscenza su di esse dobbiamo andare avanti, dobbiamo superare le difficoltà e le scorie di un’umanità afflitta da pregiudizi e presunzioni per continuare ad operare secondo i nostri principi, per il bene e la prosperità del nostro Ordine. E quando un giorno, lontano nel tempo, qualcuno, forse persino qualcuno dei nostri figlie e figli, si volgerà indietro a considerare quello che è stato, se abbiamo ben operato, se ciò che abbiamo fatto non lo abbiamo fatto esclusivamente per la nostra umana vanità ed individualità, in quello che è stato ci saremo tutti, ognuno con il proprio se, pur nell’unità della consapevolezza collettiva. E nel futuro che avremo costruito troveremo la nostra sorgente di ricordo e di vita, nell’esempio e nell’abnegazione ci ritroveremo a ricordare il tempo passato, il tempo trascorso insieme e quello che insieme abbiamo fatto consci che la primaria scintilla, ben custodita, sia stata tramandata e che non verrà mai dispersa.
Lunga vita a te Gran Capitolo d’Italia!